Un letto sconosciuto


Una mattina mi risveglio e mi trovo in un letto che non conosco, mi guardo assonnato intorno, le pareti, il soffitto, mi porto le mani e le dita tremanti verso gli occhi. Non riconosco il posto dove mi trovo, non riconosco le mie dita. Mi tocco piano la testa, il petto bagnato di sudore, sento come un buco nello stomaco. Mi alzo lentamente e vado fino a quello che ho sempre creduto fosse il mio bagno di sempre, entro e mi guardo allo specchio. Ho uno sconcerto improvviso, non capisco chi è la persona riflessa, non capisco di chi siano quegli occhi, il naso, il mento, i capelli.
Cado a terra annaspando affannosamente e cercando di ricordare cosa è successo la sera prima ma sembra impossibile poter tornare indietro, non riesco a far apparire nulla nel fiume caotico dei pensieri.

Che cosa faresti se ti svegliassi un giorno in un posto che non conosci e non hai mai desiderato, in un corpo che non è il tuo, in una vita che non è stata mai quella che hai sognato e all’improvviso diventa la tua realtà?

Se ti svegliassi all’improvviso in un altro punto del mondo saresti anche un’altra persona?

E adesso inizio a ricordare. All’improvviso tutto si fa luce e sgomento e assieme allo sgomento il tormento. Mi accorgo semplicemente che quella è sempre stata la mia stanza, quello è sempre stato il mio volto e quella la vita che ho sempre cercato di evitare e che non ho mai desiderato davvero e mi ritrovo nel corpo di un uomo che ha tutto tranne se stesso . Questa vita non l’ho mai voluta, questo è l’incubo che si è avverato e che sono davvero un altro ma quell’altro che non sarei mai voluto essere. Non sono divenuto la persona brillante, famosa, ricca e carismatica che pensavo di essere, sposato con la donna più bella del pianeta e con una famiglia amorevole e perfetta. Mi sveglio una mattina all’improvviso e  mi accorgo solo in un attimo quello che avrei dovuto capire in 45 anni. Semplicemente sono solo, senza nessuno, senza nulla. Tutti i desideri sono sì finiti ma alle stelle e rimasti lì. 

Ma sono quindi un’altro o c’è stato un errore della mia volontà? Cosa mi ha portato a questo? Perché non sono l’attore famoso di Hollywood o il cantate pop americano da miliardi di dollari? Adesso mi restano solo due possibilità: la morte o la fuga da me stesso e so che la seconda opzione è soltanto una illusione. 

Risvegliandomi lontano in un altro luogo, molto lontano, ritroverei una parte di me stesso, quello perduto? Su un’altra stella?
Per cambiare di nuovo identità dovrei riavvolgere il nastro del tempo ad almeno verso l’anno di uscita di Achtung Baby degli U2, un capolavoro. Adesso per cambiare di nuovo non ho più tempo o ne rimane poco, pochissimo. Credo che metterò The Fly di Bono Vox a tutto volume, mi siederò sul divanetto accanto al letto e proverò a ricordare. Fa molto male ricordare, un male assurdo.
Ma ho sempre i sedativi-narcotici nel cassetto che sono rimasti al posto dei sogni. Dalla finestra vedo il cielo grigio-azzurrognolo, sembra ci sia ancora vita là fuori. 

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