Greta Thunberg è completamente pazza


Mentre scrivo con la mia sigaretta incollata sul labbro il rumore del vento si fa forte sui tetti e le verande come se trasportasse l’intera città altrove.

Gretina è in videoconferenza con il microfono piantato in bocca che urla a pieni polmoni:
“La terra brucia e voi siete i bastardi che avete acceso la miccia Voi! Voi! COME AVETE OSATOOOO!”.

La vedo dalla TV a fianco alla mia scrivania che grida come una pazza indemoniata. Ancora oggi.

Circa cinque minuti dopo viene colpita da un forte attacco epilettico e ben presto viene portata all’ospedale più vicino. Cala dunque il sipario, il canale viene oscurato per qualche breve attimo e danno la pubblicità di un paio di guanti.
In ospedale Greta viene sedata con 20 mg di Valium e 5 mg di antispastico. Ha ormai compiuto quasi 35 anni e con la sua incredibile mole che ha accumulato è quasi irriconoscibile e nonostante questo continua la sua campagna contro il riscaldamento globale circa 25 anni dopo che già da piccola si mostrò in diretta mondiale come la paladina salvatrice dell’ecosistema terrestre.
Da allora nulla di quello che si ostina a dire ancora adesso è accaduto nonostante i tassi di anidride carbonica siano quasi centuplicati.

Gli spettacoli televisivi sono rimasti gli stessi. Le industrie che trasformano il petrolio in plastica. La plastica che galleggia sui mari.
Il terrorismo televisivo che ci dice il falso, adesso lo chiamano così. Nessuno più si fa infinocchiare dal terrorismo dell’informazione, hanno iniettato a tutti una sorta di vaccino che rende immuni dalle strumentalizzazioni che possono renderci ribelli. Adesso siamo calmi. Tranquilli. Perché oggi siamo schiavi felici. Perché oggi non osiamo muoverci dal posto in cui gli altri hanno voluto metterci a lavorare. Perché le nostre catene davanti ai programmi televisivi predefiniti sono stabilite alla nascita assieme a quello che dobbiamo studiare sulla rete cibernetica. Perché oggi finalmente siamo liberi.

No, non c’è stato nessun riscaldamento terrestre, nessuno è morto arrostito.

E’ quasi mezzogiorno e devo preparare il pranzo, mi alzo e prendo la giacca per uscire a comprare qualcosa. Fuori c’è silenzio. Apro la porta e una infinita distesa di ghiaccio mi si para davanti. Il cielo è eternamente coperto di un colore grigio piombo.

Mi dirigo verso il negozietto e alcuni fiocchi di neve iniziano a sciogliersi sulla giacca.

E il mese di luglio del 2033.
Nessun riscaldamento cara Greta, nessuno. Sei solo una pazza furiosa, una folle vittima della cattiva informazione. Io sono finalmente libero.

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